L’evoluzione di internet: tutto il web 2.0 in una mappa
Mentre girovagavo su internet cercando altro (ormai la serendipidità è la modalità principale di navigazione in rete) mi sono imbattuta in un’esauriente sintesi visiva dei processi e servizi legati al cosiddetto web 2.0: la mappa visiva è stata elaborata da internality.com ed è distribuita sotto creative commons (non poteva essere altrimenti: i diritti d’autore ‘deboli’ sono uno dei cardini del web 2.0).
Siccome su wikipedia c’è una mappa tristissima – per niente esaustiva – tradotta dall’inglese, ho celermente tradotto questa di internality dallo spagnolo all’italiano.
Appena avrò un po’ di tempo aggiungerò alcuni esempi di servizi web 2.0 (nella mappa iberica sono quasi tutti, giustamente, riferiti alla Spagna).
++ La mappa visiva del web 2.0 (in pdf, in italiano) ++
++ La mappa visiva del web 2.0 (in spagnolo, dal sito internality) ++
Grande! ottima cosa la traduzione!
grazie 🙂
Ehi, ieri a lezione del prof. Mario Perniola è uscito fuori il discorso del 3.0… Ne abbiam (ho, dato che mi è stato chiesto di parlarne per mezz’ora 😉 )… Perchè non fai un articolo su quello, dato che è una tematica emergente…
ok, faccio l’assegno sul diario: mi mancavano i compitini per le vacanze di Pasqua 😉
ragazzi ma vi sembrano facili da usare ed intuitive le mamme visive?
a me sì 🙂
meglio schematizzare, usare icone e immagini che scrivere un lungo articolo.
a meno che tu non sia un romanziere (ma come sa anche uno scrittore alle prime armi prima di metterti a scrivere devi schizzare almeno trama e personaggi…).
hai qualche soluzione alternativa? a parte non usarle? 😉
Beh soluzioni alternative c ene sono anche tante, penso che sia il caso di prender ein cosiderazione no le cose che ci piacicono quelle “cool” ma quelel che funzionano! Sarebb einteressante prendere 5 utenti, metterli danati a quella mappa, chiedere loro di cosa si tratta, chieder eloro di compiere una azione e vedere quale metodo di classificazione funziona e quale meno. Ho seri dubbi che gli utenti possano usare 8ad oggi) al meglio questo tipo di classificazione con disinvoltura. Magri diventerà un “asset” ma non lo è oggi, tantomento in un futuro prossimo. Parodn non sono un romanziere sono un informatico:)
si deduce che sei un informatico dalla descrizione della procedura del ‘test’ che vorresti somministrare agli utenti 😉
non credo che le mappe avranno più successo in futuro, anzi penso siano un ritorno al passato: una volta i fedeli conoscevano le storie della bibbia guardando – direi anche ‘leggendo’ – gli affreschi delle chiese, la diffusione del libro venne molto più tardi.
c’è chi sostiene che diversificare i supporti (testo, immagini, video…) contribuisce a rendere più interessanti e ‘digeribili’ i contenuti, certo che molto dipende dall’utente finale e dai suoi gusti.
se un rapper mi mette in musica i concetti del web 2.0 io sarei sicuramente più contenta 🙂
Affascinante la teoria del rapper:) di certo sarebbero tagliati fuori tutti gli utenti che non capiscono il RAP! Conviene? ritieni sia giusto?
I test servono a capire cosa funziona e cosa no. Spesso quando costruiamo qualcosa abbiamo una idea di come l’utente finale la usi e questa idea non sempre collima con quella che l’utente reale ha. A questo servono i TEST, interpretare al meglio il desiderio degli utenti, costruendo per loro servizi su misura. Affascinante cosa accadeva in passato riguardo gli affreschi nelle chiese! Erano tempi in cui non ci si preoccupava del carico cognitivo e del tempo e della concorrenza. Oggi sul Web tutto va SCORSO non letto e quello che non si capisce va scartato.. la concorrenza è “only a click away” per dirla da rapper:) Se gli orari dei treni fossero descritti con molta fantasia in affreschi del rinascimento, sarebbe nobile ed affascinante, ma non certo efficiente. Tanti perderebbero il treno perché non riuscirebbero a trovare per tempo l’orario che interessa! Come tu stessa affermi “molto dipende dall’utente finale e dai suoi gusti”, e come si fa a progettare cose che seguono i suoi gusti? basta fare TEST seguire User Centered Design Process, tutti standard che garantiscono sviluppo centrato sull’utente, al fine di disegnare “su misura” per l’utente i servizi del Web.
alla fine della fiera siamo d’accordo sul concetto generale solo che a me continuano a piacere molto le immagini 🙂
poi sarà che sono ‘umanista’ ma non credo basti un test per prevedere i comportamenti degli utenti (non di tutti almeno e nemmeno di un singolo sottoposto a ‘n’ test, anche con ‘n’ molto molto grande).
per dire: io non comprerei mai uno di quei frigoriferi intelligenti che fanno la spesa al posto mio appena le riserve sono al minimo, ma vuoi mettere la soddisfazione di tastare con mano il grado di maturazione dei pomodorini? 🙂
e che centra un frigorifero che fa la spesa al tuo posto con qualcosa che è disegnata sulle reali aspettative degli utenti? attenta a non fare confusione! Riguardo l’efficacia dei test beh c’è una letteratura e una casistica che dimostra quanto siano utili a rendere più facili da usare, più gradevoli i servizi in Rete. Che sia più efficace una immagine in certi casi o un testo, questo dipende… C’è una disciplina che si chiama Usabilità, che si occupa di rendere la “user-experience” migliore possibile riguardo un prodotto (io sono un usabilistà del Werb ad esempio). Per i pomodori e l’insalata meglio far spesa dall’ortolano di fiducia:)
sicché devo lasciar perdere la mia idea di fare la mappa del web 3.0? poi lo dici ad emmanuele 😉
conosco le teorie sull’usabilità, insisto che l’utente non fa quello che il progettista pensa dovrebbe fare perchè ha fatto dei test per prevedere i suoi comportamenti: molto spesso non prende nemmeno i farmaci che gli prescrive il medico di fiducia…
gli umani sono, per fortuna, più complicati di un software, con tutto l’affetto che posso avere per i programmatori di qualsiasi cosa 😉
La colpa non è di google reader ma mia che per errore avevo dato per letti alcuni post che avevo visto dal sito. Un giro di parole per dire che mi era sfuggito sia il post che la discussione che ne è discesa. Cosa posso aggiugere io, umanista prestato all’informatica? Che vorrei lo schema, la tabella, l’esempio… La traslitteraaione che metta me e il droghiere di Benevagienna in grado di capire. — Attendo la mappa del web 3.0
ok, appena finisco un po’ di cose che si sono accumulate sulla scrivania, sperando che non crolli, faccio la mappa del web 3.0.
prossimamente su questi schermi, non mancate 🙂
Infatti gli umani non sono un software e proprio per questo vengono chiamati a dettare loro linee guida di sviluppo. ma pensi che accada solo pe ril software? accade anche pe rle confezioni di insalata, dentifricio, patatine, per tutto c’è un test sul cliente finale… Quelle dell’usabilità non sono solo teorie, sono standard di fatto con tanto di ISO, che vengono usate quando si progetta in un certo modo, fortunatamente in Italia sta prendendo sempre più piede questa cltura che segna un “distinguish” non indifferente sul mercato ed ha un ROI che fa gola a tutti. Tu pensi che testar eun prodotto sia qualcosa di meccanico?qualcosa che impedisce all’uomo di scegliere? sbali.. è il contrario:) Come anche fabrizio conferma, bisogna progettare le cose in modo che l’utente finale possa CAPIRLE, USARLE ed avere una buona esperienza d’uso. e come si fa? con l’Usabilità!
uffi uffina 🙁
ma non sto dicendo che non bisogna progettare tenendo conto dell’usabilità e di tutti i trucchetti del marketing (profilare il consumatore e blablabla).
dico che non sono affidabili al 100%.
anche Philippe Starck avrà studiato prima di fare il suo spremiagrumi: ciò non toglie che i semi finiscono nel succo (e due cose doveva fare: spremere gli agrumi e trattenere i semi!). meno male che avevano già inventato il colino 🙂
comunque per quanto tu possa profilarmi io come utente riuscirò sempre a fare qualcosa che non avevi previsto: questo un informatico non lo ammetterà mai ma è la realtà nuda e cruda 🙂
hai un preconcetto nei confronti degli informatici:)
usabilità è rendere facile da usare qualcosa.chiaro che esiste sempre qualcosa di non calcolato, come nelal vita, come in tuttoma questo non basta.Anche gli aerei cadono ma no nper questo la gente non li prend epiù..chiaro il concetto?:)
profilare è una brutta parola.ed ha poco a che vedere con rendere usabile…
riguardo il tuo preconcetto non sono un “santone” tantomeno ho capacità di convertire qualcuno a qualcosa.. solo amo che no si faccia confusione sull’usabilità..addirittura annettendola al marketing! I numeri parlano pi
d’ogni altra cosa. vedi quanto si investe in usabilità: se fosse così inutile e dannosa si investirebbe solo in design non credi?
Fabrizio, se vuoi rispondere tu… io mi arrendo 🙁
Mooolto bella, grazie!
L’ho stampata ed appesa in ufficio, chissà se i colleghi “condivideranno”? 😉
A rileggerci, ciao!
ciao Pietro,
se i tuoi colleghi sono maschi ti conviene appendere a fianco un calendario, magari si fermano un po’ di più a leggere 🙂
a presto
Posso invitarti a dare uno sguardo a questo post
http://antoniogrillo.wordpress.com/2008/04/10/web-20-buono-cattivo-o/
a presto
Antonio
Antonio,
facciamo campagna elettorale sui blog altrui?!?
🙂
Fiore’ io mica faccio campagna elettorale?
…ah già dimenticavo…. “interpretazione libera dei post” 🙂
ciao fiore’
mi ero scordata di essermi arresa il 27 marzo, devo farmi una cura di fosforo comincio ad avere un’età 🙁